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TERRA

La foresta sopra casa di Yuko era buia. Un timido

vento muoveva le foglie, creando un lieve rumore.

Altrimenti, ci sarebbe stato solo silenzio.

Yuko si trovava lì, a terra, svenuto. La sua mano

fece un piccolo cenno, come a voler reagire. Gli

occhi si muovevano piano, e un ronzio sottile si

sentiva nelle orecchie.

Yuko: «Ai ai ai... che cazzo è successo?»

Portò la mano alla fronte e se la toccò.

Yuko: «Perché sono a terra? E perché in una

foresta?»

Alzò la schiena lasciando le gambe distese.

Si guardò intorno, ma c'era solo buio e notte.

«Mi sembra come se un fulmine mi avesse appena

attraversato... poi, di colpo... aspetta. Il meteorite?!

Dov'è andato?»

Yuko si alzò di scatto, guardandosi attorno, ma non

trovò nulla.Afferrò la bici, saltò in sella e partì di corsa verso

casa di Toria.

Il rumore sentito da Yuko, però, era reale: nella

foresta qualcuno si stava effettivamente

muovendo. Un piccolo scoiattolo camminava su un

tronco, lontano da dove si trovava lui.

Yuko: «Devo andare veloce... dai, dai!»

Pedalava per la discesa, sgommando con la bici.

Mentre scendeva, la testa ripercorreva tutto il

percorso.

Yuko: «Non può essere stato un sogno, non ha

senso... Eppure sembra che nessuno si sia accorto

di niente. L'aria attorno sembra stabile, classica...

nulla di strano.»

Scosse la testa.

«Vabbè, basta stronzate per oggi. Devo tornare da

Toria.»

Arrivò davanti a casa. Aprì la porta e corse in

camera di Toria con passo leggero. Lei stava

camera di Toria con passo leggero. Lei stava

dormendo. E russava.

Yuko: «Ah, bene... sta ancora dormendo.»

Socchiuse la porta.

Yuko: «È tardissimo, vado a letto. Altrimenti domani

non mi sveglierò mai.»

Si mise nel letto vestito e stanco, con il mal di testa

ancora presente.Yuko: «Ah... ancora mi fa male la testa. Però dovrei

avere qualcosa qui...»

Si girò. Nel cassetto del comodino accanto al letto

c'erano delle pasticche.

Yuko: «Prendiamone una, altrimenti stanotte non

riuscirò a dormire.»

Ingoiò la pasticca e si addormentò.

.....

La luce del mattino era entrata in casa, e come

tutte le mattine, Toria era già sveglia a

sperimentare.

Toria: «Dai, ci siamo! Oggi è il giorno buono!»

Rovesciò una provetta dentro un'altra che aveva

messo sui fornelli. Il liquido cominciò a cambiare

colore.

Toria: «Che bello... sta riuscendo!»

Poi si voltò per guardare l'orologio.

Toria: «Oh no, anche stamattina! Dannazione!»

Corse in camera di Yuko, che stava russando

profondamente.

Toria: «È a letto vestito? Che personaggio...»

Si avvicinò e lo toccò leggermente con la mano.

Paр...

Yuko: «Sì? Chi è? Cos'è?!»

Scattò in piedi dal letto, confuso.

Toria: «Eh?! Così, alla prima?»Yuko, voltandosi: «Toria?! Ma che diavolo fai,

piano!»

Toria: «Cosa? Ti ho a malapena toccato...

Vabbè, muoviti che facciamo tardi, forza.»

Yuko: «Sì sì, arrivo...»

Toria uscì dalla stanza e Yuko buttò giù le gambe

dal letto. Sbadigliò forte, poi una fitta alla testa.

Yuko: «Ah, dannazione... ancora questo mal di

testa.»

Si girò verso il comodino: le pasticche erano finte.

«Vabbè, le ricomprerò per strada.»

Scese dal letto e andò in bagno a prepararsi. Si lavò

i denti, la faccia, e poi corse in sala, dove Toria lo

aspettava con la colazione.

Toria: «Ah, hai già fatto?»

Yuko: «Sì, perché?»

Toria: «Di solito ci metti secoli. Stamattina sei

attivo.»

Yuko: «Mah... sinceramente mi sento uguale.

Solo un po' di mal di testa.»

Toria: «Mal di testa? Prendi qualcosa.»

Yuko: «Oh sì, mi fermerò a comprarlo più tardi.»

Bevono un bicchiere di latte insieme.

Toria: «Dove sei andato ieri sera?»

Yuko: «Oh, ieri sera? Ti sei accorta?»

Toria: «Certo. Mi sono alzata per bere e non c'eri.»

Yuko: «Beh, sono andato a controllare una cosa.»Toria: «Cioè?»

Yuko: «È caduta una specie di meteorite proprio

sopra casa, e sono voluto andare a vedere.»

Toria: «Cosa?! Un meteorite?! Ma che stai

dicendo?!»

Yuko: «Sì, davvero. È stata una cosa strana... non si

è sentito nemmeno un rumore. Quindi sono

andato a controllare.»

Toria lo guarda, prima sorpresa... poi si arrabbia di

colpo.

Toria: «Cosa?! Ma sei impazzito? Sei normale?!»

Yuko: «Perché?»

Toria: «Cade un meteorite e tu lasci una bambina a

casa da sola?! lo non ho parole.»

Yuko: «Hai ragione, ma il fatto è che-»

Toria: «Non mi interessa. Basta. Andiamo via

che è tardi. Mi spiegherai tutto stasera.»

Yuko: «Si sì, certo.»

I due escono in fretta e prendono la bici. Come

sempre, Yuko guida in modo spericolato.

Sgommando, arriva davanti alla scuola, e come al

solito, la preside è già lì fuori.

Yuko: «Veloce, scendi prima che venga qui!»

Preside: «Signor Rhys!»

Toria scende al volo.

Toria: «Sei davvero incredibile...»

Yuko: «Scusami, tesoro. Stasera ti spiego tutto,promesso.»

Poi alza lo sguardo e vede la preside.

Yuko: «Mi scusi! Ma devo andare!»

Risale in sella e riparte, sgommando.

Preside: «Ah, dannazione... Toria, tuo padre è

davvero un personaggio.»

Toria: «Sì, lo so... purtroppo.»

Yuko pedalava forte, schivando le persone.

Yuko: «Pff... l'ho scampata. È davvero incredibile

quella preside.»

Poi vide il semaforo diventare rosso.

Yuko: «Eh no, anche oggi no!»

Iniziò a pedalare più veloce. La bici prese velocità.

In due secondi era già dall'altra parte della strada.

Autista di un camion: «Ma quanto andava veloce

quello?!»

Yuko si voltò: «Wow, oggi ce l'ho fatta!»

Ma si ritrovò davanti una persona. La schivò

all'ultimo, passando accanto al solito albero dove

era sbattuto il giorno prima. In un attimo, saltò con

la bici, colpì l'albero con la ruota e atterrò con un

movimento perfetto.

Si fermò, a bocca aperta.

Yuko: «Ma... cosa cazzo?! Come ho fatto?»

Di nuovo, una fitta alla testa. Quel maledetto mal di testa era ancora li