"beyond the light" seconda parte

12° Capitolo

"Beyond the light seconda parte

Jerome cercava senza sosta di tenere sveglia Joy, se avesse solo chiuso gli occhi per un attimo, l'avrebbe persa per sempre. Non poteva permettere che accadesse.

"Ricordi il primo giorno a casa Anubis?" Domandò Jerome a un certo punto.

"Sì, tu e Alfie avete rubato il mio Bunsie bunny."

"Era solo un prestito. Ad ogni modo ricordi cosa è successo dopo?"

Joy ridacchiò."Io e Patricia per vendicarci prendemmo la copertina di Alfie. Andò in crisi isterica per ore."

"Già, e per settimane andò in giro con la sua copertina per paura che qualcuno se la prendesse."

"Ricordo, ma perché stai raccontando questo?"

"Perché penso sia bello rievocare ricordi piacevoli. Non ci si rende conto di quanto ci si tiene a una persona o a una cosa, fino a quando non si rischia di perderla."Replicò il biondo.

"Tranquillo Jerome, i nostri ricordi non andranno perduti. Ne costruiremo degli altri, e poi altri ancora. Nessun altro perderà chi ama."

"Se solo fossi riuscita a fermarti, ora sarei io a rischiare, lottando per la vita e la morte."

"Sono stata io a voler mangiare quelle bacche. Ho preso io la decisione, e ora ne pagherò le conseguenze. È il karma per lo cose cattive che ho fatto in passato."

"Al diavolo il karma! Chiunque ha bisogno di un'altra possibilità, nessuno escluso. Tutti noi commettiamo errori, chi lievi, e c'è chi ne commette di gravi. Star li, a ricordare loro ciò che hanno fatto, non fa altro che peggiorare la situazione. Soffermarsi sugli errori e i difetti di ogni singola persona, non fa apprezzare le qualità e le buone azioni di quest'ultima."

Intanto Nina e Patricia, in due stanze opposte, pensarono un piano per uscire dalla loro prigione.

"Dobbiamo uscire da qui, idee?"Sussurrò

La rossa dall'altra parte del muro replicò con un"Non sono quella che ha idee di solito." Non era lei che di solito creava i piani, lei agiva piuttosto.

"C'è qualcosa che puoi fare, e solo tu riesci farlo al meglio."

Patricia sorrise. "Ai miei tre?"

Entrambe le ragazze iniziarono a contare " un due, tre".

"Hey ho fame! Mi avete sentito? Dite al vostro capo che sto morendo di fame." Gridò Patricia per attirare l'attenzione."Siete sordi? Ho F.A.M.E! Mr Duncan non sarà felice se non ottengo quello che voglio!"

"Che accidenti vuoi ragazzina?"Sbraitò una voce dall'altoparlante.

"Ho fame. Voglio delle uova strapazzate, bacon croccante, e del pane tostato! E voglio anche una tazza di latte!"Ordinò Patricia.

"Stupida ragazzina.." Borbottò una voce.

Qualche momento dopo qualcuno si avvicinò alla porta della stanza, aprì la porta, e con agile scatto Patricia lo colpì stendendolo per terra." Avevo detto strapazzate!" Prese le chiavi dalla tasca dell'uomo, e poi corse a liberare l'amica.

"Nina stai bene?"

Le due amiche si scambiarono un abbraccio.

"Sì, sto bene, ma ora fuggiamo da qui."

Le due iniziarono a correre per i corridoi in cerca di un'uscita, ma inaspettatamente un'assordante sirena suonò.

"Accidenti! È il sistema d'allarme! Sanno che siamo fuggite." Disse Nina in panicata

"Che cosa facciamo adesso?"Domandò Patricia guardando da tutte le parti in cerca di qualche via d'uscita.

"Quello che facciamo sempre, correre."

Intanto Eddie e Fabian erano vicinissimi alla prigionia delle loro amate.

Fabian lesse attentamente la mappa che aveva tra le mani, visionandola nei minimi dettagli."Non dovrebbe mancare molto. Ci siamo quasi."

"Credi che il posto sia sotto sorveglianza?" Chiese Eddie avvicinandosi per vedere meglio il punto indicato dall'amico.

"Non è da escludere l'ipotesi."

L'americano roteò gli occhi. "Dovresti rassicurarmi, non crearmi preoccupazioni."

"Andrà bene, ce la siamo sempre cavata." Replicò il moro. Dopotutto se le erano sempre cavata, anche quando la situazione sembrava ardua da superare.

L'osiriano fu preso da un improvvisa insicurezza. Sentire che era cosi vicino alla fine, lo spaventava. Che cosa sarebbe successo se non fosse stato in grado di salvare gli altri? Se fosse stato il responsabile della loro fine."E se andasse male? Ho questa brutta sensazione.. e se qualcosa andasse storto?"

Fabian alzò la voce, quasi in un impeto di rabbia, anzi no, di sicurezza."Eddie! Questa è la paura che parla, lascia stare fuori il pessimismo. Andrà tutto bene. Io non ho intenzione di rinunciare a Nina, so che la rivedrò, e questo mi fa andare avanti. Trova la tua luce oltre il tunnel, e dannazione fai in modo che non si spenga."

"Grazie, davvero. Mi stavo facendo prendere dalle mie paranoie. Non so da quando ho iniziato a essere cosi paranoico."

"È perché ti addossi tutte le responsabilità, anche quando non dovresti. Il peso del mondo non ricade tutto sulle tue spalle, a volte si ha bisogno di un piedistallo in più per non cadere."

"Signore le prigioniere stanno scappando."

"E tu catturale di nuovo, razza d'imbecille!"

Amber, Alfie, Mara, KT, e Willow ignari di tutto quello che stava succedendo, erano fermi in un punto impreciso del bosco, in attesa sul da farsi.

"Ragazzi avete sentito?" Chiese Willow, interrompendo la quiete del gruppo. Fin da allora nessuno aveva parlato, se non per qualche parola "fugace". Quel suono però non poteva non essere sentito. Era un segno.

KT si avvicinò a Willow."Sentito cosa?" Non aveva udito nulla di strano, beh non ci aveva fatto particolarmente caso, ma poi realizzò.

"Sono.. degli elicotteri? Si sono proprio elicotteri!" Gridò entusiasta Alfie. Finalmente qualcuno dalla loro parte in questa brutta, assurda, possibilmente dimenticabile situazione

"Aspetta e se fosse una trappola?"Proferì Mara allarmata e diffidente.

"No, non è trappola! Presto facciamoci vedere!"

"Mara chiudi il becco, e inizia a correre." La rimproverò Amber, per poi esser trascinata per una mano da Alfie.

Nel mentre Eddie e Fabian erano nascosti dietro ad un cespuglio, in attesa sulla prossima mossa da fare.

Il giovane osiriano vide degli uomini appostati vicini ai cancelli. Come avevano predetto il posto era sotto sorveglianza. "Ci sono delle guardie, dobbiamo trovare un modo per entrare."

"Ci serve un diversivo.." Dichiarò Fabian.

Neanche il tempo di elaborare un piano, che i due furono travolti da un assordante sistema d'allarme.

"Che cosa sta succedendo?"

Eddie uscì dal suo nascondiglio. "Non lo so, ma questo gioca a nostro favore."

Così i due ragazzi si avvicinarono di soppiatto verso l'edificio, approfittando della confusione createsi.

"Questo posto è peggio di un labirinto! Dove diavolo è l'uscita?"

"Proviamo ad andare da questa parte."

"Dove credete di andare? Nessuno scappa da me."Dichiarò Mr Duncan, lasciando le due ragazze di stucco.

Patricia però non si fece spaventare, e con spavalderia rispose. "Notizia flash per te: noi lo facciamo."

"Forse non mi avete capito nessuno fugge da me." Replicò l'uomo.

Le due ragazze tentarono di fuggire, ma finirono in un vicolo cieco.

"Che cosa vi avevo detto? Non potete scappare da qui."

Patricia fece quello che le sembrava più giusta fare, permettere all'amica di salvarsi. "Nina scappa, me la vedrò io con lui."

L'americana spalancò gli occhi. Non avrebbe di certo lasciato Patricia in balia di quel pazzo. "Che cosa? No, non ti lascio da sola."

Il loro aguzzino fece finta di essere commosso."Aww tutto questo è molto commovente, ma è inutile giocare alle amichette del cuore coraggiose. Tanto rimarrete tutte e due qui."

"VAI! E chiama aiuto!Urlò Patricia.

"Non posso lasciarti qui."

La rossa roteò gli occhi. Sapeva quella che faceva, aveva un piano, o quasi. "Stai tranquilla, vai."

"ma.."

"Vai!"

Nina spinta da Patricia corse via, seppur a malincuore.

"È stato davvero altruista da parte tua lasciarla andare, ma sai una cosa? A me le persone troppo buone non piacciono."

"A me non piacciono gli squilibrati, siamo pari."Replicò la rossa.

"Tu ragazzina, ora non mi parlerai più in questo modo." L'uomo cacciò dalla tasca una pistola, e la puntò dritto verso la rosa.

Patricia impallidì. Era davvero nei guai. Che cosa doveva fare adesso?

"Non hai più la tua lingua lunga, non è vera bambolina?"

"Smettila di chiamarmi bambolina." Sibilò Patricia.

Nina corse a perdifiato i corridoi dell'edificio, senza guardarsi mai indietro. Non poteva fermarsi, doveva trovare aiuto. Qualcosa però la fermò anzi qualcuno.

"Nina?"

La ragazza si fermò sentendo il suo nome, e quando vide chi fu a chiamarla, il suo cuore non trattenne più la commozione. Cosi scoppiò in un pianto di gioia. "Fabian."

I due si abbracciarono stretti. Era come se fossero stati lontani per anni, anzi secoli.

Fabian l'abbracciò stretta, senza lasciarla un secondo, aveva troppa paura di perderla nuovamente."Sapevo che eri viva,che non potevi avermi lasciato. Ti ho cercata sempre."

"Sempre?"Domandò Nina con le lacrime agli occhi.

"Sì."

"Dove è Patricia?" Chiese Eddie, interrompendo l'idilliaco incontro dei due."

"Oh mio Dio Patricia! Stavamo scappando, e Mr Duncan ci ha trovate, così Patricia per permettere a me di scappare è rimasta prigioniera di quel mostro."

Alle parole di Nina Eddie scattò."Che cosa? Dove è adesso?"

"Procedi dritto per questo corridoio, e poi gira a destra." Affermò Nina.

"Grazie."Detto questo si precipitò immediatamente nel luogo indicatogli da Nina.

"Eddie!" Lo chiamò Nina.

Il ragazzo si voltò.

"Stai attento."

Intanto Patricia, ancora prigioniera di Mr Duncan, cercava un modo per sfuggire dalle grinfie di quel pazzoide. Il quale giocherellava con la sua pistola, in attesa del momento propizio per sparare-"Tu eri la preferita bambolina, e sai mi dispiace proprio ucciderti, ma devo farlo." Aggiunse infine fingendosi dispiaciuto.

Patricia non aveva via di scampo, cosi decise di recuperare tempo. "Perché vuoi uccidermi?"

"Sei stata una bambolina cattiva, e ora devo punirti."

"Pensavo fossi la tua preferita, hai trovato un'altra con cui giocare?" Continuò la ragazza nel suo intento.

"So quello che stai cercando di fare, l'ho capito.."

Il rumore di uno sparo rimbombò per i corridoi.

Eddie temendo il peggio accelerò il passo. Lo sparo non poteva finire cosi, no, non adesso. Non lei, ma le sue paure svanirono quando vide la sua Yacker."Patricia!"

"Eddie!"

"Stai bene? Quel pazzo ti ha fatto qualcosa? Giuro se ti ha solo sfiorato io." Disse a perdifiato Eddie. La sua Yacker era li, davanti ai suoi occhi. Non riusciva a contenere l'emozione che provava.

La ragazza lo zittì con un bacio." Sto bene."

Il giovane osiriano sorrise." Non potevo sopportare l'idea di poterti perdere." Per poi ricambiare il bacio.

"Andiamo via da questo inferno."

Ma quando il peggio sembrava ormai passato, Eddie stramazzò al suolo di colpo.

"Eddie!"gridò Patricia."

Da dietro di loro un compiaciuto Mr Duncan, che si reggeva a stento in piedi. Una mano copriva la sua ferita all'addome, il sangue che gli colava a picco,e con l'altra mano puntava dritto con la pistola. "Te l'avevo detto bambolina che ti avrei punita." Replicò l'uomo tra risate maligne, per poi crollare definitivamente al suolo.

"Sto bene, non preoccuparti."Disse Eddie ansimante.

Patricia sbuffò alle parole del ragazzo. Perché le doveva mentire cosi spudoratamente?"Ti ha sparato, sono più che preoccupate."

Ma Eddie continuava a dirle che non era nulla, che stava bene. "È solo un graffio, non è nulla Yacker."

"Nulla? Stai perdendo sangue,è più di un semplice graffio."

"Starò bene"continuò incessante il ragazzo.

"Giuro che sei muori Weasel ti ammazzo."Sostenne Patricia tra i singhiozzi, non perdendo però il suo carattere duro. Non poteva farsi vedere fragile, non il quel momento.

Eddie ridacchiò."È un controsenso questo Yacker." La vista gli si stava annebbiando, non sarebbe più riuscito a vedere il viso della sua Yacker.

Patricia si asciugò le lacrime con la manica della sua maglia ormai logora. "Promettimi che non morirai."

"Posso provarci."Ormai mentire sarebbe stato inutile.

"Starò qui accanto a te, non ti lascio doofus."La ragazza strinse le sue mani tra le sue, non lasciandole nemmeno per un attimo, stringendole sempre più forte ogni secondo di più. Lottando tra l'essere forte per lui, e il trattenere le lacrime per la sua vita in bilico,non volendo lasciarlo andare. Non voleva perderlo. Li, quel corridoio buio, capì quanto in realtà avesse bisogno di lui, di quanto in realtà fosse fragile senza di lui. Oltre l'orgoglio, oltre la sofferenza, la rabbia, l'amore, la gelosia, Eddie era la sua luce oltre il tunnel. E come un eco risonante tra le pareti di un tunnel, un "Ti amo" fu sussurrato tra quei corridoi.

Quando lasciarono quell'isola maledetta, abbandonando dietro di loro tutte le paure, i rancori. Erano ormai diventate storie perse nel vento. Dimenticare sarebbe stato difficile, questo era ovvio, solo il tempo poteva curare le ferite, e questo lasciava dentro di loro un senso di vuoto. Avevano amato, perso, e ricevuto su quell'isola, ma il tutto tra mille sofferenze.

Tornati a casa, fu celebrata un'onoranza funebre per Mick, e per tutti gli altri sventurati ragazzi. Non furono fatti colpevoli, ne furono detti nomi. Tutti loro erano delle vittime, e il vero responsabile aveva già pagato con la sua vita.

Dopo una lunga convalescenza Joy si riprese. Non sapeva come si sarebbero evolute le cose con Jerome, ma questo non la demoralizzò, decise di aspettare che le cose facessero il loro naturale corso. Per quanto riguarda Amber invece, lei aveva ferite più gravi, quelle dell'anima. Iniziò un ciclo di terapie. Fu seguita da un terapista, che la seguì passo passo, e grazie a questo, e all'immancabile sostegno di Alfie e dei suoi amici, la sua guarigione non sembrava poi così lontana. Nina e Fabian riuscirono a vedere finalmente quella mostra cui avevano progettato di andare da mesi, e da quel momento non si separarono più. Nina decise di continuare gli studi in Inghilterra, aveva trovato una nuova casa li, e non aveva di certo intenzione di lasciarla.

E infine per quanto riguarda Eddie e Patricia, l'esperienza sull'isola li aveva avvicinati molto. Imparando che per quanto loro fossero lontani, avrebbero sempre trovato la strada verso l'una l'altro. Perché non è importante quanto tu sia lontano da una persona, se il tuo cuore è legata a lei, non c'è distanza che tenga.

fine