Epilogo

"Papà! Di qua! Di qua!" Un bambino di 5 anni stava correndo per gli spalti di quel grande edificio, a suo seguito un uomo dai folti capelli corvini, occhiali con un bambino di a malapena un'anno che si trovava nel marsupio, seguiva il piccolo bambino, energico come sempre.

Esatto, si trattava di Keiji Akaashi, erano passati un bel po' d'anni dalla confessione del più grande, quel giorno iniziò la loro vita insieme, finirono l'università e iniziarono a convivere, si sposarono e infine decisero di Adottare, due splendidi bambini, il primo era molto energico e positivo, proprio come Bokuto.

Akaashi si mise a sedere aiutando il piccolo bambino che aveva finalmente deciso un posto da cui guardare il padre, quel giorno avevano una partita importante e Kuma, il bambino, aveva insistito per andare a vederlo giocare, Keiji lo aveva assecondato, in fondo voleva rivederlo giocare dal vivo anche lui. 

"sei contento, Kuma?" gli chiese sorridendogli, il piccolo annuì facendo un grande sorriso e guardando in campo alla ricerca del padre

"E tu? Sei felice papà?" quella semplice domanda scombussolò i pensieri di Akaashi, rimase fermo a pensare per qualche minuto, finchè Kuma non interruppe i suoi pensieri

"Papà? Papà! Sta iniziando!" urlò il piccolo agitando una mano verso il campo, Keiji annuì solamente sorridendogli.

Finita la partita Kuma scese dalle sedie e cominciò a correre verso il campo, Keiji lo seguì cercando di rimanere al suo passo senza fare del male al più piccolo che si era ormai addormentato tenendo stretta la maglia del corvino

"Papà! Zii!" Kuma corse verso il brizzolato ridendo, quest'ultimo lo prese in braccio e gli diede un bacio sulla guancia

"Hai visto quanto siamo forti?! Anche tu diventerai come tuo padre se vorrai!" Disse Atsumu mentre scombinava i capelli di Kuma, Akaashi rimase fermo alla porta ad osservarli 

"Keiji! Vieni qui dai!" disse suo marito sorridendogli insieme al figlio, Akaashi sorrise ed andò da loro 

"Eccomi"

ripensò alla domanda di suo figlio, con una risposta ben chiara in testa, in quel momento poteva definirsi la persona più felice al mondo. Finalmente era con la persona che amava e nessuno e niente poteva più rovinargli nulla.