9°Capitolo
"I'm not a hero"
Vagava da un bel po' ormai, per quasi tutta la notte aveva girovagato senza una meta ben precisa. Non gli importava di essere visto, né di essere ucciso. Ormai per lui non aveva più importanza. Se la morte lo attendeva, non gli interessava andarci in contro a grande velocità. Aveva perso la persona che amava più di qualsiasi cosa, lottare ormai non aveva più senso.
Alzò lo sguardo verso un albero. I suoi occhi si focalizzarono su una piccola cassa incastrata sui rami. Certo era cosi che riuscivano a sentire la voce di quel pazzoide, colui che aveva portato via la sua Nina per sempre. Poi un'intuizione lo colpì, se c'erano delle casse poste in vari punti dell'isola, allora doveva esserci una stazione radio da dove partiva il segnale. Forse aveva trovato un modo per fuggire da questo incubo, ma era davvero quello che voleva? Dopotutto l'inferno è dove non c'è la persona che ami, e anche il paradiso può diventare un inferno se non hai la persona che ami al tuo fianco. Sentimenti contrastanti offuscarono la sua mente. Che cosa doveva fare? Lasciarsi abbandonare a una morte quasi certa, oppure provare a far qualcosa per salvarsi,e per salvare gli altri?Chiuse gli occhi indeciso sul da farsi.
"So quello che devo fare."Pronunciò sicuro. Aveva preso la sua decisione.
Patricia gli occhi. Si sentiva irrazionalmente felice. Quello che era successo la notte scorsa, i baci, le carezze, lo sfiorarsi pelle su pelle, non avrebbe mai immaginato che sarebbe successo nuovamente, e certamente non in questo posto infernale."Buongiorno."
"Buongiorno Yacker."
"Come ti senti? Scusa è stata una domanda stupida."Domandò Patricia, mettendo da parte per un momento la sua gioia. Le sembrava fuori luogo, e non rispettosa nei confronti di Eddie.
"No, non lo è stata. Mi sento meglio comunque, grazie Yacker." La ringraziò Eddie. Aveva bisogno di smettere di pensare, anche solo per un momento, di aggrapparsi a ciò che amava, ed era grato a Patricia per questo.
Patricia fece spallucce."Di nulla, ma non ho fatto granché."
"Hai fatto più del dovuto, mi sei stata vicina."
"Non sopportavo vederti in quello stato, se c'è qualcuno che può salvarci quello, sei tu Eddie."
"Io?Non sono stato in grado di salvare una persona, figuriamoci più persone."
"So che puoi farcela."
"Perché sono l'osiriano, beh che gran punto a favore."
"No, perché sei l'unica persona a cui affiderei la mia vita. Sei quello che più si avvicina ad un eroe."
"Io non sono un eroe." L'osiriano pronunciò queste parole con convinzione. Si era sempre convinto di essere un eroe, e gli altri gli davano persino atto, ma la verità era che non lo era assolutamente.
"Si che lo sei, pensa a quando hai salvato Nina l'anno scorso. Sarebbe finita nell'aldilà se tu non fossi intervenuto."
"Ve la stavate cavando alla grande anche senza di me, non vedo tanta differenza."
"Nessuno di noi sarebbe stato in grado di salvarsi da Senkhara, solo tu potevi. Hai sconfitto uno secolare spirito malvagio, che cosa ti blocca nel farlo anche con un pazzoide?"Cercò di convincerlo Patricia. Sapeva che poteva farcelo, si fidava ciecamente di lui.
"Potrei perdere anche te, ed non voglio essere responsabile anche della tua morte Patricia.Ho già perso mio padre, e Nina, dannazione se solo l'avessi salvata."
"Tu non mi perderei,ok? Non ti sarà cosi facile sbarazzarti di me, Weasel."
Eddie sorrise."Cos'è?Una minaccia, Yacker?"
"No, è una promessa." Disse Patricia prima di scoccargli un veloce bacio sulle labbra.
Il ragazzo sorrise nel bacio."Ci conto."
"Eddie?"
"Si?"
"Hai bisogno di una doccia."
Il ragazzo scoppiò a ridere, era per questo che l'amava.
Fabian riuscì in qualche modo a trovare la stazione radio da cui partiva il segnale. Non seppe nemmeno lui come ne fu in grado, forse era stato solo un colpo di fortuna, o magari qualcuno lassù voleva che la trovasse. Ad ogni modo il ragazzo stette per quasi una decina di minuti buoni fermo a decidere sul da farsi, ma alla fine prese coraggio e decise di addentrarsi nella piccola casupola.
"Quanti partecipanti sono rimasti?" Il giovane udì delle voci, cosi si nascose immediatamente per non essere scoperto. Nel frattempo fece mente locare per capire dove avesse già sentito quella voce. Era chiaro era Mr Duncan, l'unico vero responsabile della morte di Nina.
"Più della metà è stata uccisa signore."
"Chi ha subito maggiori danni?"
"Casa Mut e Casa Hathor è stata quasi decimata, casa Isis e casa Anubis sono quelle con più sopravvissuti. Casa Isis ne ha persi la metà, mentre casa Anubis solo uno." Fabian ascoltò attentamente il resoconto dei uno degli uomini di Duncan, un solo morto in casa Anubis, stavano sicuramente parlando della sua Nina. Le parole che sentì pronunciare dopo lo sconvolsero non poco.
"Un ragazzo signore, almeno cosi risulta dai nostri dispositivi di controllo." Nina poteva essere ancora viva? Un'enorme gioia pervase Fabian, ma allo stesso tempo si sentiva affranto per l'accertata morte di uno dei suoi amici.
Amber, Willow, Alfie, KT, e Mara si resero immediatamente conto di essere caduti in una trappola.
"Non vorrei proprio dirlo, ma credo che siamo finiti in una trappola."
"Alfie ce ne siamo accorte."Lo rimproverò Mara
"Ok, qualcuno ha un piano?" Chiese Alfie
"Siamo circondati, e senza possibilità di attaccare. l'unico piano è cercare di non farci uccidere."Dichiarò KT.
"Bene, dovremmo cambiare un po' i piani, stanno diventando monotoni ultimamente."Bofonchiò Alfie.
"Sono i miei compagni, sono contenta che siano vivi." Sospirò Willow sollevata. Iniziò a camminare verso i suoi vecchi compagni, ma qualcosa d'inaspettato la fece bloccare.
Sono armati!" Gridò Mara. Uno di loro aveva un fucile, e la stava puntando come se niente fosse su Willow, una sua compagna.
Il colpo partì, e la povera Willow rimase bloccata lungo la traiettoria del proiettile, incapace di muoversi. "Attenta!"Urlò Alfie gettandosi addosso alla ragazza. I due caddero per terra, procurandosi solo lievi escoriazioni.
"Grazie Alfie."
"Stai bene? Sei ferita?"
"Sto bene, ho solo qualche graffio."
"Sono arrivati persino a tentare di uccidere una loro compagna. Non credevo arrivassero a tanto."Proferì Mara. Era questo ciò che voleva Mr Duncan? Che i compagni, gli amici, si uccidessero tra di loro. Che razza di persona perversa e malata era quel pazzoide.
"Già, è davvero inconcepibile. Ad ogni modo sembra che se ne siano andati."
I cinque continuarono il cammino, fino a quando un crick li fece fermare. Qualcuno era alle loro spalle, puntando loro un fucile.
"Tieni giù quel fucile, non abbiamo intenzione di farti del male."
"Certo, e dopo che io lo avrò fatto, mi attaccherete, non sono stupido."Affermò un ragazzo dai capelli color grano.
KT cercò di far ragionare in qualche modo il ragazzo, ma purtroppo senza successo. "È la verità, non vogliamo uccidere nessuno."
"Raccontalo a qualcun altro." Il ragazzo iniziò a prendere la mira.
"Per favore Jamie, la violenza non porta mai a nulla." Willow lo conosceva, almeno cosi credeva. Perché il Jamie che conosceva non avrebbe mai tentato di uccidere nessuno.
"Stai zitta Willow! Sei passata dalla parte del nemico, la pagherai per questo!"
"Noi saremmo il nemico? Quando vorrai iniziare a capire che il vero responsabile di quello che ci è successo è quel pazzoide di Mr Duncan?" Odio, rancore. L'isola era solo questo, possibile che non c'era nessun altra scelta? No, ci doveva essere, c'è sempre, nel bene e nel male. Qualcosa in cui credere, un'ancora di salvezza cui aggrapparsi.
"Lui ci ha dato solo i mezzi per farlo, siamo stati sempre nemici, e questo non cambierà le cose." Pronunciò Jamie. L'isola l'aveva stravolto completamente, trasformandolo da ragazzo dolce, a uno spietato assassino senza scrupoli. Il grilletto era quasi tirato, e mancava davvero poco all'arma da fuoco che sparava un altro colpo.
"No fermo!"
E poi il loro assalitore cadde al suolo, con il sangue che gli sgorgava dalla testa. Da dietro Amber incredula da quello che aveva appena fatto. "Mmi dispiace, io non volevo farlo." Borbottò tra i singhiozzi.